Corpi estremi

Personale di Federica Borghi.

Corpi estremi è un progetto di mostra mia personale, basato interamente sullo studio emozionale del guardarsi, piacersi, riconoscersi e accettarsi, nella propria immagine riflessa.

È la visione personale dello stereotipo del ”corpo perfetto” attraverso il quale tentiamo di colmare le personali insicurezze psicologiche.

Idolatriamo il nostro corpo, ma siamo in grado di distruggerlo, e compiamo ambedue le cose attraverso meccanismi dettati dalla poca comprensione del nostro vero essere, dal poco riconoscimento della nostra reale essenza!

Siamo spirito, energia, siamo mente soprattutto, il corpo un involucro di pelle, nervi muscoli e ossa. Il nostro mezzo di trasporto. Il cui motore spesso è condizionato solo ed esclusivamente da profonde insicurezze e condizionamenti.

La mostra divisa in settori prevede questi temi

Settore 1. L’accettazione e il potenziamento del proprio spirito attraverso essa.

Ho grande ammirazione per chi mutilato da un’evento tragico è riuscito a convivere con l’accettazione di una protesi. Facendo di quella “debolezza” il proprio punto di forza. Facendo caso a volti noti o meno noti di queste persone ho riconosciuto nei loro occhi una fierezza pari a quella di un guerriero, pari a quella di un personaggio mitologico.

E così ho interpretato quattro personaggi in tele di media grande dimensione, rendendo le loro protesi un gioiello, rendendo loro dei miti, i miei miti!

Ho realizzato una donna, una Fenice. Un soldato che disinnescava bombe in Afghanistan perdendo braccio e gamba, l’ho reso Filippide. Una bimba Americana Polly che ha perso una gamba investita da un autobus che ammazzò la nonna davanti ai suoi occhi è diventata la mia Atalanta (dal greco Atalante = equilibrio) ecc

Settore 2. Il mio corpo “un tempio mal pregato”

Attraverso installazioni racconterò l’esperienza del mio corpo. Corpo che si è trasformato nel corso del tempo, per importanti problemi di salute e che io per prima ho dilaniato, perché alla mia malattia attribuivo una potenza tale da pensare che il mio essere esteriore, non avesse più diritto di esistere. Ho dato solo importanza alla mia interiorità. Pensando che dal momento mi erano stati diagnosticati dei problemi di salute, io potessi fare fede esclusivamente sulla mia essenza. Attraverso un grande lavoro interiore ho compreso “la macchina perfetta” e provandola a salvare interamente, sono ritornata a vivere.

Settore 3. Amarsi e riconoscersi

Il settore tre prevede una stanza immersiva dove vorrei far scorrere delle immagini scelte fra segmenti miei di vita, e vita e corpi di persone che amo, conosco o incontro.

Persone che parlano il loro linguaggio personale attraverso il corpo. Una sorta di Cinesica, di mia esclusiva visione.

Settore 4. Il segno vivo

Attraverso i miei infiniti bozzetti, attraverso le mie sculture, il mio instancabile studio di segno praticato per una vita, la mia profonda conoscenza del colore. Rendere la visione di un artista su ciò che è l’importanza del segno delle geometrie del colore nell’esistenza del proprio essere, sentirsi e riconoscersi attraverso essi davanti ad uno specchio.

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